Nella nuova norma (Nuovo Codice di Prevenzione Incendi) le classi di fuoco rimangono uguali a quelle che già conosciamo, pertanto continuano ad essere presenti i fuochi:
- tipo A -> solidi (formazione braci)
- tipo B -> liquidi
- tipo C -> gassosi (fuochi di gas)
- tipo D -> metalli
- tipo F -> mezzi di cottura in apparecchi di cottura
tipologie estintori incendi
La tipologia degli estintori installati deve essere selezionata sulla base della valutazione del rischio e, in particolare:
- in riferimento alle classi di fuoco (A, B, C, D e F);
- tenendo conto degli effetti causati sugli occupanti dall’erogazione dell’agente estinguente e, qualora richiesto, anche degli effetti causati sui beni protetti (ad esempio apparecchiature elettromedicali, dispositivi elettronici, libri antichi o opere d’arte, beni tutelati, …).
Pertanto gli estintori a polvere non sono adatti a luoghi affollati o con presenza di persone che potrebbero essere in difficoltà in caso di carenza della visibilità causata dalla polvere nell’aria (pertanto in luoghi con Rvita B, C, D ed E. Di seguito è spiegato cos’è e come si determina il Rvita).
Nei luoghi chiusi, nei confronti dei principi di incendio di classe A o classe B, è opportuno l’utilizzo di estintori a base d’acqua (estintori idrici o schiuma).
Per consentire a tutti gli occupanti di impiegare gli estintori per rispondere immediatamente ad un principio di incendio, le impugnature dei presidi manuali dovrebbero essere collocate ad una quota pari a circa 110 cm dal piano di calpestio.
Gli Estintori di classe A
Il numero di estintori non viene più quantificato a seconda della superficie in m2 dell’edificio ma a seconda della distanza in metri necessaria al raggiungimento di un estintore.
Il Profilo di rischio Rvita deriva da un incrocio di due parametri:
- la lettera: caratteristiche prevalente degli occupanti, ad esempio:
- lettera “A” = Gli occupanti sono in stato di veglia ed hanno familiarità con l’edificio (ad esempio i dipendenti di una fabbrica).
- lettera “B”: gli occupanti sono in stato di veglia e non hanno familiarità con l’edificio (ad esempio i clienti di un negozio).
- lettera “C”: gli occupanti possono essere addormentati
- lettera “D”: gli occupanti ricevono cure mediche
- lettera “E”: gli occupanti sono in transito
- il valore numerico: velocità caratteristica prevalente di crescita dell’incendio a seconda della tipologia del materiale stoccato (1 velocità Lenta, 2 velocità Media, 3 velocità Rapida, 4 velocità Ultra rapida).
Esempio di lettura della tabella: un Rvita “A2” prevede una distanza massima da percorrere per raggiungere un estintore (40 mt) maggiore rispetto a quella con un Rvita “B3” (20 mt).
Questo perché se le persone conoscono l’ambiente dove si trovano e la velocità di propagazione è “media” l’attività può avere un numero minore di estintori rispetto ad un luogo “B3” dove gli occupanti potrebbero non sapere dove andare e la velocità di propagazione dell’incendio è rapida.
Gli Estintori di classe B
La capacità estinguente ed il numero degli estintori di classe B è determinata in funzione della quantità di liquidi infiammabili stoccati o in lavorazione in ciascun piano, soppalco o compartimento.
Gli estintori devono essere idoneamente posizionati a distanza ≤ 15 m dalle sorgenti di rischio.
Gli Estintori di classe F
Gli estintori di classe F devono essere installati in prossimità della superficie di cottura protetta.
Estintori d’incendio carrellati
Gli estintori carrellati sono utilizzabili in aree ampie, prive di ostacoli alla movimentazione, in assenza di scalini e senza percorsi vincolati.
Generalmente gli estintori carrellati vengono impiegati negli ambiti ove risulti necessario fronteggiare principi di incendio dovuti a fuochi di classe B (es. raffinerie, depositi o stabilimenti di lavorazione di olii minerali, …).
Nell’attività dotata di estintore carrellato devono essere disponibili almeno due operatori antincendio addestrati all’utilizzo.
Novità Codice di Prevenzione Incendi
Come spegnere i fuochi da Solventi Polari
- I solventi possono essere polari o apolari, questa proprietà ne caratterizza la difficoltà di spegnimento. I solventi polari necessitano di schiumogeno che abbia superato specifica prova.
Esempi di solventi:
- l’acetone e l’etanolo (alcol etilico, quello classico rosso) -> sono solventi polari;
- toluene o toluolo (solvente ampiamente diffuso nel settore della lavorazione della pelle) -> è un solvente apolare.
- I solventi sono dei liquidi, pertanto tale caratteristica è relativa ai fuochi di tipo “B” (qualora l’estintore abbia tale specifica, dovrà essere chiaramente indicato sull’etichetta dell’estintore al di sotto dei pittogrammi “B”).
- Gli estintori a “polvere” ed a “C02” sono considerati efficaci sui solventi polari. Il problema dell’efficacia degli estintori sui solventi polari è pertanto legata solamente agli estintori a schiuma. Questo perché esistono più tipologie di schiumogeni e non tutti sono adatti allo spegnimento di tutti i liquidi infiammabili.
- Nei fuochi dove ci sono tali solventi alcuni schiumogeni possono risultare inefficaci (soprattutto la schiuma tipo AFFF) mentre altre schiume sono molto efficaci (ad esempio quelle tipo AR-AFFF). L’efficacia delle schiume è strettamente legata alla capacità di creare una pellicola/membrana sulla superficie del liquido innescato in modo da separare il combustibile dal comburente.
I produttori di estintori utilizzano normalmente miscele di schiumogeni tarate al millilitro per far sì di ottenere l’idoneità su classe A, B, solventi polari ed F.
Differenze tra Estintore Idrico e Estintore a Schiuma
Non facciamo l’errore di ritenere equivalenti i termini “estintore idrico” ed “estintore a schiuma”:
- Estintore idrico: estintore contenente solo acqua demineralizzata, normalmente certificato solo per i fuochi di tipo A (solidi).
- Estintore a schiuma: estintore contenente uno schiumogeno. Normalmente certificato per i fuochi di tipo A e B (solidi e liquidi). Alcuni di questi sono certificati anche per i fuochi di tipo F (mezzi di cottura).
Bisogna verificare attentamente le caratteristiche dell’estintore, in quanto molti produttori catalogano gli estintori a schiuma come idrici in quanto sono a base d’acqua. Le differenze tra le due tipologie sono sostanziali.
Entrambi sono normalmente utilizzabili su apparecchiature in tensione fino a 1000 V ad una distanza di sicurezza di 1 metro (tale parametro deve però essere indicato nell’etichetta dell’estintore).